Chiesa di S. Stefano - Arogno

Descrizione

La chiesa è considerata una delle più belle costruzioni barocche del Cantone. Dotata di diritti parrocchiali dal 1581, fu trasformata e rinnovata nel 1638/39. L’imponente struttura absidale fu aggiunta nel 1839.

La facciata è a tre assi, suddivisa in due ordini di pilastri e coronata da un timpano. Nelle nicchie statue in stucco seicentesche. La navata è voltata con due ampie crociere e il coro è coperto da una cupola a vela. Le volte della navata sono affrescate con scene della Glorificazione di S. Stefano e quattro episodi della sua vita, eseguiti tra il 1682 e il 1688 da Giovanni Battista Colomba; sulle pareti del coro due scene della Vita di S. Stefano, eseguite nella metà del Seicento. L’altare neoclassico è opera del 1839. Il tabernacolo sulla destra, decorato con bassorilievi, è dell’inizio del Cinquecento. Particolarmente interessanti sono gli affreschi della cupola. Vi sono raffigurate le Legioni Celesti, la Trinità e, nei pennacchi, i Quattro Evangelisti. Ricco l’impianto decorativo delle due cappelle laterali che fungono da transetto. In quella di destra, dedicata ai re Magi, pala dell’Epifania, i Magi che consultano le sacre scritture e la Visita dei re Magi ad Erode (questi ultimi due, opera di Giovanni Battista Innocenzo Colomba ed eseguiti nel 1799, «aetatis suae 82»). Quella di sinistra, dedicata alla Madonna, è splendidamente ornata con figure in stucco, eseguite nel 1630 e in parte attribuite a Giovanni Antonio Colomba di Arogno (1585-1650): in basso, S. Antonio Eremita e S. Rocco; sopra, busti di S. Caterina e di S. Barbara; statua della Vergine.

Posteriormente, sulla sinistra, si trova la cappella di S. Antonio, affrescata con una visione di S. Antonio da Padova, opera del 1730 di Luca Antonio Colomba, autore anche degli affreschi della cupola. Nella cappella di destra, dedicata alle Povere Anime, stucchi del tardo Seicento e pala della Crocifissione; sulle pareti laterali quadri del medesimo periodo raffiguranti il Purgatorio e l’Inferno. Pulpito neoclassico del primo Ottocento, opera di Domenico Bagutti di Rovio.